Alla fine, si sono autosospesi dalla carica per tutto il periodo della campagna elettorale. Mario Marrandino e Carlo Morra, i due assessori candidati alle elezioni politiche (rispettivamente con Udc e Sel) hanno dunque deciso di “congelare” temporaneamente le proprie funzioni di governo, raccogliendo l’invito, lanciato giovedì attraverso il nostro giornale, da quasi tutti i capigruppo del Consiglio Comunale, sia di maggioranza che di opposizione.
Come i nostri lettori più assidui ricorderanno, infatti, i leader consiliari di ben sei delle otto forze politiche rappresentate nel parlamentino locale (Pd, Verdi, Pdl, Fli e liste civiche “Pozzuoli. Bene Comune” e Uniti per la Libertà) avevano ufficialmente ravvisato la necessità (sia pure non stabilita dalla legge) di una sospensione dalle funzioni per i due amministratori in corsa per un seggio alla Camera, ritenendo che la gestione di un potere in materie molto delicate (le opere pubbliche per Marrandino e le attività produttive e le politiche del lavoro per Morra) fosse inopportuna nel lasso di tempo in cui si è direttamente impegnati a raccogliere consensi per il proprio partito.
Una posizione, che, peraltro, dalla stessa coalizione di Figliolia, in particolare da Elio Buono (capogruppo del Partito Democratico) era ritenuta coerente con quella “assunta dal Pd a livello provinciale e regionale”.
Il sindaco Figliolia però, pur avendo il potere di “congelare” quelle deleghe in Giunta, ha preferito lasciar decidere in tal senso i diretti interessati.
E, dopo la chiarissima presa di posizione della maggioranza dei capigruppo (i soli a non condividere questo pensiero, per ovvie ragioni, sono stati i capigruppo di Udc e Sel, ossia i partiti in cui sono candidati Marrandino e Morra), i due assessori (probabilmente soprattutto per evitare che sulla questione scoppiasse un caso politico all’interno della coalizione del sindaco, già percorsa da notevoli fibrillazioni) hanno deciso di rinunciare alle proprie deleghe fino al 22 febbraio, ultimo giorno di campagna elettorale.
Una decisione che, tuttavia, sia Morra che Marrandino non avevano intenzione di assumere se è vero come è vero che entrambi, da noi contattati per commentare a “caldo” le dichiarazioni dei capigruppo, erano orientati soltanto a procedere ad una sorta di autoregolamentazione, impegnandosi pubblicamente a non produrre nessun atto di gestione per il periodo in questione, limitandosi a garantire soltanto l’ordinaria amministrazione.
Poi, è arrivato il dietrofront, ufficializzato nella tarda mattinata di sabato in un comunicato diramato dall’ufficio stampa del sindaco Figliolia.
Nella nota diffusa 48 ore dopo il nostro articolo con le dichiarazioni dei capigruppo in proposito, si legge testualmente che “con una lettera indirizzata direttamente al sindaco Vincenzo Figliolia, gli assessori Carlo Morra e Mario Marrandino si sono autosospesi dalla carica rispettivamente di assessore alle Attività produttive e assessore ai Lavori pubblici con delega di vicesindaco in concomitanza dell’avvio della campagna elettorale che li vede candidati alla Camera dei Deputati con Sel e Udc” e si rende noto il seguente testo delle lettere indirizzate da Morra e Marrandino a Figliolia: «Devo mio malgrado sospendere la mia attività di assessore perché, come sai, sono candidato alla Camera dei Deputati e non vorrei che in un contesto di campagna elettorale si possa in qualche modo scalfire la proficua azione amministrativa messa in campo finora dall’amministrazione da te guidata. Inoltre, in considerazione delle difficoltà che insistono nell’immediato futuro, ritengo doveroso evitare che critiche del tutto infondate e palesemente faziose possano ledere l’immagine e la serenità della giunta comunale», sottolineando che il sindaco Figliolia “ha accettato l’autosospensione dalla carica e ha condiviso con entrambi il percorso istituzionale da seguire” esprimendo “vivo compiacimento per la scelta che dimostra un grande senso di rispetto per i cittadini e per le istituzioni” e sottolineando che “nel corso della campagna elettorale si procederà come ampiamente condiviso con il vicesindaco Marrandino e con l’assessore Morra, prevedendo la sospensione delle deleghe, di tutte le funzioni assessorili e delle relative indennità economiche di carica”.
Stando dunque al testo del comunicato, fino al termine della campagna elettorale, Morra e Marrandino non hanno più alcuna funzione amministrativa e dunque, a tutti gli effetti, non possono essere considerati assessori della Giunta, tanto è vero che, per il periodo in questione, non riceveranno nemmeno lo “stipendio” previsto dalla legge.
Una situazione che, si presume, debba partire dal momento in cui è stato diramato il comunicato stampa (cioè da sabato 26 gennaio), se è vero come è vero che, come si evince chiaramente consultando l’Albo Pretorio on line del Municipio, sia Carlo Morra che Mario Marrandino erano ancora in carica come assessori al primo giorno ufficiale di campagna elettorale (martedì 22 gennaio), quando entrambi hanno partecipato a due sedute di Giunta in cui sono state approvate (all’unanimità, dunque anche col voto favorevole di Marrandino e Morra) sia la delimitazione degli spazi di propaganda elettorale per le elezioni politiche (delibera numero 5) sia la revisione della pianta organica delle farmacie sul territorio comunale (delibera numero 4).
Resta il fatto che, nel comunicato in questione, non è specificato a chi, nel periodo della campagna elettorale, saranno temporaneamente assegnate le deleghe di Marrandino e Morra. Le gestirà il sindaco Figliolia? Altri assessori della Giunta?
Non è dato sapere.
E sarebbe fondamentale che il Capo dell’Amministrazione fornisse al più presto questa fondamentale informazione, perché sia l’intera macchina comunale (a cominciare dai consiglieri) sia qualsiasi cittadino devono sapere a chi, fino al 22 febbraio, indirizzare qualsiasi atto di competenza assessorile riguardante le materie di cui finora si sono occupati Marrandino (lavori pubblici, sicurezza del lavoro, edilizia pubblica, manutenzioni straordinarie, sicurezza del territorio e difesa del suolo, cimitero comunale, edilizia e pianificazione cimiteriale, pubblica illuminazione e impianti tecnologici e di rete) e Morra (industria, artigianato, commercio e agricoltura, pesca, risorsa mare, farmacie, fiere e mercati, attività turistiche e ricettive, stabilimenti balneari e termali, esercizi pubblici e cooperazione, piccole e medie imprese, piani e programmi per la distribuzione commerciale, politiche del lavoro).
L’unico dato che si può assumere con certezza è il palese malcontento (che trapela sempre da questo comunicato stampa) di Morra e Marrandino nel doversi “autosospendere” da assessori, quando entrambi scrivono al sindaco Figliolia non solo che si tratta di una decisione presa contro la propria volontà (l’espressione “mio malgrado” non può significare altro ) ma anche per “evitare che critiche del tutto infondate e palesemente faziose possano ledere l’immagine e la serenità della giunta comunale”.
Visto che l’invito al congelamento delle deleghe è partito anche da ben tre forze politiche su cinque della maggioranza, è evidente che Morra e Marrandino non hanno affatto gradito (oltre ovviamente a quelle dell’opposizione) anche le osservazioni fatte da chi è nella loro stessa coalizione.
Il che è un dato da non sottovalutare e dimostra, ancora una volta, come il centrosinistra puteolano sia una polveriera pronta a deflagrare.
Chi, invece, il problema dell’autosospensione dalla proprie funzioni non se l’è posto nemmeno è un terzo aspirante deputato, per il quale alcuni capigruppo avevano sollevato la stessa questione di “opportunità” posta agli assessori.
Stiamo parlando del funzionario comunale Ermanno Cossiga, candidato alla Camera con la lista “Intesa Popolare” e dirigente dell’unità operativa complessa preposta agli espropri.
“Giacchè i candidati non vengono scelti con le preferenze personali, non può essere nemmeno lontanamente teorizzabile un sospetto di voto di scambio, dunque credo che il problema di opportunità politica non si ponga nemmeno per gli assessori –dice Cossiga- Per quanto mi riguarda, io sono un dipendente comunale e vivo di stipendio, dunque non vedo perché dovrei mettermi in aspettativa non retribuita per il solo fatto di essermi candidato alle elezioni. Continuerò a lavorare come sempre nel mio ufficio e, nei giorni in cui avrò la necessità di fare incontri relativi alla campagna elettorale della mia lista, usufruirò delle mie ferie arretrate”.
Con tanti “saluti” dal papà del consigliere di maggioranza Sandro Cossiga ai cinque capigruppo consiliari (Elio Buono, Vincenzo Bifulco, Paolo Tozzi, Filippo Monaco e Tito Fenocchio) che avrebbero voluto anche il suo “congelamento” in campagna elettorale…
(da “Il Corriere Flegreo” del 29 gennaio 2013)