Tolstoj, sosteneva che: “Tutte le famiglie felici si assomigliano tra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo”. Osservazione quanto mai esatta e molto profonda, in quanto nessuna “infelicità” può essere paragonata ad un’altra. Tanto più nell’ambito delle separazioni e divorzi, dove la Famiglia si trova a vivere, ad affrontare e gestire una rivoluzione totale delle proprie emozioni, dei propri sentimenti e soprattutto delle proprie certezze e sicurezze!!
Per quanto concerne i figli, gli effetti della separazione tra i genitori su di loro risentono molto di un insieme di eventi anche esterni alla dinamica della separazione stessa, di tipo sociale, economico, legale e psicologico.
Tali eventi hanno il potere di amplificare o, al contrario, attenuare lo stress legato all’atto stesso della separazione, e sono quindi molto importanti da considerare.
Ma al di là ed oltre ogni considerazione meramente pratica, quello che incide fortemente nella vita dei figli, è lo stato d’animo dei genitori, ossia come affrontano la separazione, se essa è frutto di accordo o è una bomba ad orologeria.
In quest’ultima ipotesi (per lo più frequente), le conseguenze possono essere esageratamente diverse ed a volte anche gravi.
Tra le tante, quella più paradossale che nel corso degli anni si è palesata è la richiesta di “separare” i figli!!!!
A partire dall’entrata in vigore della legge 54 del 2006, l’Affido Condiviso è diventata la regola, per cui premesso che i figli anche a seguito di separazione e divorzio sono affidati alla cura di entrambi (per cui finalmente si rispetta il principio della bi genitorialità) sono davvero rari i casi in cui il giudice decide di affidare in via esclusiva i figli ad uno solo dei due genitori, stante gravi e reali motivazioni.
Quello che resta un problema, invece, sono le condizioni economiche, ossia gli accordi di separazione che riguardano il quantum dell’assegno di mantenimento, le spese straordinarie, la casa e tutte gli altri aspetti meramente economici, materiali e ludici.
Per colpa dei soldi si assistono a scene assurde, da vera guerra dei Roses, mitico film americano che metteva con ironia ed esasperazione a nudo uno degli aspetti più gravi e comuni relativi alle separazioni tra coniugi: il sentimento di odio, di vendetta, di egoismo e di avidità. Vendetta, astuzia, menzogna, artifizi: questi gli ingredienti delle separazioni del nuovo millennio, coerenti con una società consumista ed egoista, cieca e lontana dai veri valori della vita. E tra questi scenari si delinea una nuova moda, quella di separare, oltre i genitori, i figli.
Sì: figli separati.
Separati tra loro per scelta, opportunismo ed egoismo dei genitori, i quali, onde ottenere la casa coniugale, o diminuire l’assegno di mantenimento, o di creare un disagio nell’altro coniuge, chiedono al giudice di separare i figli, affinchè si possa delineare un equo riparto economico tra i genitori!
Equo riparto economico: perché i soldi e le spese sono più importanti dei figli stessi.
Perché i figli, oltre a dover vivere ed accettare la separazione tra i genitori, devono anche essere scelti dall’uno piuttosto che dall’altro e soprattutto devono essere divisi e separati dal fratello/sorella.
Per fortuna, solo in rari casi questa pretesa è stata adottata e scelta anche dal giudice, il quale ottempera a queste assurde richieste solo quando anche i ragazzi, interpellati, danno la loro disponibilità.
Peccato che alcuni giudici non approfondiscono la motivazione e la decisione del ragazzo o della ragazza, la quale, sicuramente, decide di rendersi disponibile a questa divisione solo per spirito di sacrificio, solo per ossequiare una volontà del genitore, solo per paura di ferire uno dei due genitori, o solo per porre fine alla guerra fredda e dissanguante che vive nella quotidianità.
Così, oltre ad avere i genitori separati, i poveri figli sono costretti a lasciare la casa dove sono nati e dove hanno vissuto e, cosa più grave, sono costretti a separarsi dal fratello o dalla sorella.
Senza esprimere nessun tipo di giudizio morale, quello che va sottolineato è che ancora una volta chi paga il prezzo più caro sono i figli.