Via Marconi: “Io speriamo che me la cavo!” (13 Settembre)

13.09.2013 03:19

“Avevo un appuntamento di lavoro in via Solfatara: l’ho perso e ho perso un potenziale cliente perché soltanto per raggiungere la chiesa del Carmine da via Napoli ho impiegato un’ora esatta…”.

E’ l’amara testimonianza di un libero professionista che, nella tarda mattinata di ieri, ha “osato” sfidare il traffico di via Marconi per raggiungere la zona alta della città.

Già: perché il nuovo piano di viabilità varato dal sindaco Figliolia con l’ordinanza numero 37 del 19 ottobre dello scorso anno continua a mietere “vittime” tra gli automobilisti puteolani e non.

Il nodo cruciale è sempre quello: il famigerato senso unico a salire che da 46 settimane rappresenta un vero e proprio incubo per chi, provenendo dal lungomare, è obbligato a percorrerlo per raggiungere la propria destinazione.

Con la riapertura delle scuole e il ritorno alla “normalità” in tutti gli uffici pubblici e privati, quel tratto di strada è tornato ad essere una trappola infernale.

Le foto che vi mostro sono state scattate da un lettore di “Pozzuoli21” poco dopo le 13 di ieri e “parlano” da sè.

Un ingorgo pazzesco, senza peraltro alcuna possibilità di fuga, giacchè non è possibile invertire il senso di marcia e cercare una strada alternativa.

Il risultato è nefasto non solo per tutto il tempo (e il denaro) che si perde nel marciare in auto a passo d’uomo,  ma anche sul fronte dell’inquinamento ambientale derivato dall’enorme concentrazione di scarichi nefasti provenienti dai tubi di scappamento dei veicoli.

Senza contare che, in quel contesto di paralisi assoluta della viabilità, bisogna sempre augurarsi che non ci sia nessun mezzo di soccorso che abbia urgenza di passare per raggiungere una persona che sta male o per trasportarla in ospedale.

Considerazioni, purtroppo, niente affatto nuove, ma finora inascoltate da chi governa Pozzuoli, se è vero come è vero che, contro questa modifica della viabilità, nemmeno una petizione popolare di oltre 2000 firme (discussa nel consiglio comunale del 20 dicembre scorso e bocciata grazie al “no” compatto di tutti gli esponenti di maggioranza presenti in aula) è riuscita a smuovere il sindaco Figliolia dalle proprie decisioni, mitigate soltanto dall’apertura del tunnel Tranvai ai residenti di via Napoli e del centro storico.

Un palliativo utile soltanto se la galleria viene percorsa anche da chi non ne ha diritto (e ciò accade nella quasi totalità dei casi, complice l’assenza di qualsiasi controllo in materia da parte dei vigili urbani) ma che si rivela assolutamente irrilevante quando la destinazione finale dell’automobilista comporta come unica soluzione possibile il transito su via Marconi.

Ciò che più sconcerta, tuttavia, è che quelle adottate con l’ordinanza entrata in vigore il 27 ottobre scorso erano testualmente “misure urgenti da adottare in via sperimentale”.

Ci si chiede: quanto deve durare questa sperimentazione?

E’ vero che siamo nel paese in cui non c’è nulla di più definitivo di ciò che è provvisorio.

Ma il sindaco Figliolia, proprio nel consiglio comunale in cui fu bocciata la petizione contro la nuova viabilità nel centro storico, promise che il provvedimento sarebbe stato valido per sei mesi e che, al termine di questa scadenza, si sarebbe fatto il punto della situazione.

Se l’aritmetica non è un’opinione, i “sei mesi” sono scaduti il 27 aprile, ossia da un’eternità.

Sono dunque costretto a ripetere gli stessi interrogativi che avevo lanciato il 2 luglio.

Giacchè l’ordinanza che ha stravolto la viabilità nel centro storico nasceva da un’analisi dei flussi di traffico effettuata dall’Università di Napoli, è possibile sapere se, nei primi sei mesi di attuazione “sperimentale” del provvedimento, sono stati effettuati ulteriori monitoraggi del genere da parte dei tecnici dell’Ateneo Federiciano?

Se sì, perché i risultati di questi studi non vengono divulgati all’opinione pubblica in modo da far comprendere a tutti se (ed in quale misura) un’ordinanza che ha provocato così tanti disagi alla mobilità dei cittadini ha prodotto il “decongestionamento del traffico nel centro storico” auspicato dall’Amministrazione?

Il silenzio proveniente dalle “stanze dei bottoni” del Municipio su questa materia è soltanto una manifestazione di superficialità rispetto ad un preciso impegno assunto dal Sindaco davanti al consiglio comunale che, per lo stesso Figliolia (almeno a parole) deve rappresentare “l’epicentro di tutte le decisioni politiche”?

Oppure c’è dell’altro?

Dobbiamo dunque pensare addirittura che i successivi rilievi sui flussi di traffico  non siano mai stati effettuati?

O che i rilievi esistono ma restano chiusi nei cassetti del Comune perché magari danno un responso negativo rispetto ai provvedimenti messi in campo e suggerirebbero l’abolizione di quelle “misure sperimentali” e il ritorno al passato o lo studio di altri accorgimenti per la viabilità?

Sarebbe quanto mai opportuno e doveroso che Figliolia spiegasse ai puteolani sulla base di quali atti ha ritenuto di andare avanti con questa ordinanza anche ben oltre i sei mesi da lui promessi come primo “step” per analizzare i risultati del dispositivo.

Insomma, i cittadini hanno diritto di sapere.

Non è pensabile che si possa governare con decisioni che sembrano veri e propri “atti d’imperio”.

A Pozzuoli non c’è un “re” e non ci sono “sudditi”!

Il guaio è che, nei piani alti del Municipio, forse qualcuno ha scambiato il consenso popolare per un’autorizzazione all’onnipotenza…